11 agosto 2025

Vegani a Favore dell'Uccisione dei Predatori


Recentemente si sta diffondendo tra i vegani l’ennesima idea assurda, contraddittoria e auto-sabotante per il movimento di liberazione animale. Si tratta di una delle numerose degenerazioni dell'approccio consequenzialista al veganismo.


Consiste nel ritenere giusto, o addirittura doveroso, uccidere e sterminare i predatori selvatici allo scopo di proteggere le prede.

Coloro che sostengono questa idea arrivano persino ad affermare che essere vegani implichi essere favorevoli all’uccisione dei predatori dal momento che, secondo loro, il veganismo non comporterebbe solo la non partecipazione allo sfruttamento degli animali (cioè una scelta passiva) ma anche la scelta di impegnarsi attivamente per proteggerli.

Ma essere vegan non significa proteggere gli animali, semmai significa rispettarli!

In realtà l’idea che sostenere l’uccisione di animali (seppure per proteggerne altri) sia compatibile con la scelta di essere vegan è quantomeno discutibile dato che il veganismo, almeno per come viene comunemente inteso, implica la contrarietà alla violenza sugli animali.

L’argomentazione principale che viene mossa a sostegno di questa idea è quella che se noi, o qualcuno a cui teniamo, fossimo aggrediti da un animale selvatico, intuitivamente riterremmo giusto ucciderlo per difesa.

Il pensiero di cui cercano di convincere gli altri vegani è quello che dovremmo difendere le potenziali prede dai predatori, proprio come noi vorremmo essere difesi se fossimo al loro posto.

Partono da una considerazione giusta: gli animali erbivori che vengono predati in natura hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di non essere aggrediti e uccisi; ma la conclusione a cui giungono è sbagliata: la cosa giusta da fare sarebbe uccidere i predatori per proteggere le prede, anche in maniera preventiva.

Affermano che la predazione costituisca una violazione del diritto morale degli animali erbivori di non essere predati. Ma gli animali non hanno la capacità di capire la differenza tra un’azione giusta e una sbagliata. Per quanto ne sappiamo solo gli esseri umani hanno questa capacità.

Inoltre per i predatori selvatici cacciare è una necessità. Uccidere degli innocenti per motivi futili e superflui (come fanno gli esseri umani) e farlo quando si tratta di sopravvivenza (come di solito fanno gli animali selvatici nel caso della predazione) di certo sono due cose molto diverse.

Ma a prescindere da questo, gli animali agiscono prevalentemente in modo istintivo e, diversamente dagli esseri umani, non sono in grado di capire se ciò che fanno è sbagliato.

Violare un diritto significa trasgredire un dovere: come ogni atto violento da parte degli animali, la predazione non costituisce una violazione di diritti morali, semplicemente perché nessun animale ha dei doveri morali.

Proprio come i bambini molto piccoli e le persone con una certa disabilità mentale, gli animali hanno dei diritti morali fondamentali ma non hanno alcun dovere morale. Perciò qualunque atto violento tra animali non può essere considerato come una violazione di diritti morali.

Coloro che difendono l’uccisione e lo sterminio dei predatori affermano che se riteniamo giusto uccidere animali per difesa quando la potenziale vittima siamo noi o qualcuno a cui teniamo, per coerenza dovremmo considerarlo giusto anche quando le vittime sono gli altri, a prescindere dalla loro specie, accusando di specismo chi non condivide questa posizione.

In casi estremi è comprensibile uccidere un animale per difendersi, ma rimane un comportamento fondamentalmente sbagliato e indesiderabile. Non dovremmo usare la nostra fallibilità, la nostra imperfezione umana e i nostri limiti (per quanto del tutto normali e comprensibili) per convincerci che sia giusto uccidere i predatori. Dovremmo cercare di fare di meglio, non di peggio.

In realtà questa idea dà spazio allo specismo. Infatti porta a giudicare alcuni individui come colpevoli e meno degni di rispetto per il solo fatto di appartenere ad una determinata specie. Ma è sbagliato attribuire meno diritti ai predatori, e assegnare un valore inferiore alla loro vita semplicemente per ciò che sono (e che, come tutti, non hanno scelto di essere).

Chi discrimina davvero e viola davvero dei diritti (fra l’altro in uno dei modi più violenti possibili) è proprio chi esorta allo sterminio dei predatori.

Il pensiero specista non è quello di chi ritiene sbagliato uccidere i predatori, bensì è quello di chi privilegia l’aggressore o la vittima a seconda della specie (di norma esclusivamente a vantaggio degli esseri umani).

Una cosa che viene spesso ignorata da questi vegani che incitano all’uccisione dei predatori è che anche gli erbivori attuano sistematicamente fra loro uccisioni e altri comportamenti simili, sia per necessità che senza necessità.

Per essere coerenti con la posizione che sia giusto uccidere i predatori, la stessa cosa si dovrebbe applicare non solo a tutti i carnivori e a tutti gli onnivori, ma anche agli erbivori, almeno a quelli che mettono in atto infanticidi, stupri particolarmente violenti e altri comportamenti simili. E ovviamente anche agli esseri umani, inclusi i vegani, poiché tutti causiamo sofferenza e morte a degli animali già solo per il fatto di esistere.

Alcune persone potrebbero anche ritenere moralmente accettabile mangiare la carne degli animali uccisi o usare la loro pelle e pelliccia, pensando che sarebbe solo uno spreco non consumarli. Senza contare che farlo potrebbe incentivare le uccisioni, portando ad un numero maggiore di vittime risparmiate.

E perché allora non mangiare i pesci catturati in natura? La maggior parte di loro sono carnivori e alcuni cacciano solo prede non carnivore. Perciò chi è a favore dell’uccisione dei predatori dovrebbe per coerenza essere anche a favore del consumo di pesce, almeno in alcuni casi.

Maiali, polli, galline e tacchini sono onnivori. Possono cacciare piccoli animali. A volte animali di queste specie, che sono stati salvati e che vivono nei rifugi, uccidono altri animali, fra i quali lucertole e topi. Per loro non si tratta nemmeno di una necessità ma evidentemente solo di un comportamento istintivo. Dovremmo forse uccidere anche loro?

Di fatto per essere coerenti con l’idea che sia giusto uccidere i predatori dovremmo anche essere a favore dello sterminio di quasi tutti gli animali. Così facendo si giustificherebbero almeno alcune forme di caccia e di pesca, e si aprirebbe anche la strada all’uso dei loro corpi.

In linea di principio non è sbagliato voler ridurre la sofferenza e la morte prematura degli animali selvatici anche quando non sono causate dagli esseri umani, anzi, ma prima dovremmo quantomeno capire se e come sia possibile farlo.

Al momento, per quanto ne sappiamo, anche con le migliori intenzioni probabilmente peggioreremmo soltanto le cose, causando ancora più morte e sofferenza agli animali selvatici anche solo in modo indiretto.

Di certo sdoganare la violenza verso gli animali (in qualunque contesto) non è la cosa giusta da fare, e non porta a nulla di buono.

Tuttavia il veganismo non c’entra niente con la sofferenza degli animali selvatici e con le condizioni avverse in cui si trovano per cause naturali, e non implica alcuna idea o presa di posizione in merito.

Se come esseri umani riusciremo ad aiutare gli animali selvatici sarà molto più facile farlo in un mondo in cui la considerazione morale che abbiamo di loro si è sviluppata ed estesa molto più di oggi. Invece diffondendo idee simili si rischia solo di spingere alcune persone a fare del male o magari a trascurare certi animali e si danneggia la diffusione del veganismo.

Oltre all'immoralità e ai pericoli insiti in un pensiero del genere, convincere i vegani che sia giusto uccidere i predatori con ogni probabilità creerebbe anche forti divisioni nel movimento di liberazione animale per qualcosa su cui al momento possiamo comunque fare ben poco.

Idee simili possono solo rallentare e indebolire questo movimento, facendo apparire il veganismo come qualcosa di inaffidabile e i vegani come dei folli che vogliono veganizzare la natura, rallentando al contempo anche la diffusione di una maggiore considerazione morale degli animali, e quindi riducendo anche la possibilità di aiutare quelli selvatici in futuro.


Approfondimento: https://agirebene.blogspot.com/2025/08/la-predazione-e-la-sofferenza-degli.html