
Spesso i non vegani cercano delle scuse per giustificare se stessi e la propria riluttanza a diventare vegan, ma esistono anche vegani che usano un approccio al veganismo caratterizzato dalla tendenza al cercare scuse per i non vegani allo scopo di rassicurarli del fatto che non li stiamo giudicando: un approccio in realtà finalizzato al quieto vivere per motivi egoistici.
Nel farlo, una frase usata molto spesso è: “ognuno ha il suo percorso”.
Questa è una considerazione che può andare bene quando le conseguenze delle proprie azioni ricadono solo su se stessi, non quando a farne le spese è qualcun altro.
Mentre noi facciamo il nostro percorso, gli animali vengono torturati e uccisi a causa nostra quando potremmo facilmente evitarlo.
Alcune persone sostengono che ognuno deve proseguire secondo i suoi tempi altrimenti tornerà indietro.
Non si può avere la certezza che questo sia vero o falso, ma la cosa più probabile è che si tratti di una scusa per non cambiare abitudini e mentalità. Rimandare, di solito, non è d’aiuto. Non c’è motivo di aspettare.
Occorre fare appello all’autodisciplina e alla responsabilità morale.
Bisogna riconoscere l’importanza della vita degli animali, la gravità del loro sfruttamento e la propria responsabilità.
Dire le cose come stanno, senza annacquare la verità per paura di urtare gli animi ha tendenzialmente un effetto positivo sulle scelte degli altri perché li aiuta ad avere più autodisciplina. Una comunicazione più onesta e autentica è spesso più efficace nell'incoraggiare le persone ad assumersi le proprie responsabilità anche perché fa sentire riconosciuta e avvalorata la propria capacità di capire e acquisire consapevolezza.
Un’altra frase molto usata con gli stessi fini è “ognuno ha la sua opinione”.
Questa affermazione è in qualche modo persino peggiore della precedente perché se perlomeno con “ognuno ha il suo percorso” si sta implicitamente riconoscendo il veganismo come l'unica scelta giusta a cui mirare, con “ognuno ha la sua opinione” si sottintende che il veganismo non è l’unica scelta giusta ma solo una delle tante possibili scelte e posizioni sulla questione, tutte giudicabili allo stesso modo e ugualmente valide.
Entrambe queste affermazioni però rivelano la concezione degli animali come mezzi per i propri fini, e non come individui titolari di diritti morali.
Quasi sempre questa relatività morale e indulgenza verso chi sbaglia vengono tirate fuori solo quando si parla di veganismo, e non quando si parla di altri temi.
Coloro che affermano che il veganismo è solo un’opinione di solito non ritengono altrettanto un’opinione l’idea che sfruttare e uccidere esseri umani per profitto e per futili motivi sia eticamente sbagliato, e ancora meno la riterrebbero tale se le vittime fossero loro stessi.
La crudeltà verso gli animali è solo un’ingiustizia. Il veganismo non è un’interpretazione della realtà, è un dovere morale. Rientra nella decenza umana, non nelle opinioni.
Affermazioni del genere fanno trasparire egocentrismo e antropocentrismo. Allo stesso modo, anche l’affermazione: “il veganismo è una scelta personale” fa trasparire l’ignoranza verso le vittime dello sfruttamento e della crudeltà sugli animali. Non si tratta di una scelta personale quando con il nostro comportamento facciamo del male a qualcun altro.
Sulla stessa linea, la gente a volte arriva a dire frasi come: “io rispetto la tua scelta di essere vegan quindi tu devi rispettare la mia di non esserlo”, che equivale a dire: “io rispetto la tua scelta di non uccidere ma tu devi rispettare la mia di farlo”.
Un'altra affermazione simile è: “ognuno deve essere libero di mangiare ciò che vuole”, per reclamare il (falso) diritto di sfruttare e uccidere animali per puro piacere personale.
Ma gli animali non sono dei cibi. Non sono qualcosa, sono qualcuno.
Se al posto degli animali ci fossero esseri umani, queste persone non direbbero che ognuno deve essere libero di mangiare ciò che vuole!
Tutte queste affermazioni sono in realtà assurde e profondamente ingiuste.
Per mettere in prospettiva la questione è necessario capire che fare queste affermazioni è un po’ come dire, ad esempio, che nello smettere di stuprare ognuno ha il suo percorso, o che ognuno ha la sua opinione sull’eticità del bullismo, o che quella di non uccidere esseri umani per vendere i loro organi è una scelta personale.
Chi dice queste cose con sincerità lo fa perché non è realmente consapevole di quanto sia sbagliato il modo in cui vengono considerati e trattati gli animali, e se sostiene di essere vegan in realtà ha toccato troppo superficialmente il tema ed è ancora molto condizionato da una mentalità specista e antropocentrica.
Smettiamo di credere che esistiamo solo noi umani, e che gli altri animali non abbiano importanza. Gli animali non sono di nostra proprietà e non sono qui per noi.
Nel farlo, una frase usata molto spesso è: “ognuno ha il suo percorso”.
Questa è una considerazione che può andare bene quando le conseguenze delle proprie azioni ricadono solo su se stessi, non quando a farne le spese è qualcun altro.
Mentre noi facciamo il nostro percorso, gli animali vengono torturati e uccisi a causa nostra quando potremmo facilmente evitarlo.
Alcune persone sostengono che ognuno deve proseguire secondo i suoi tempi altrimenti tornerà indietro.
Non si può avere la certezza che questo sia vero o falso, ma la cosa più probabile è che si tratti di una scusa per non cambiare abitudini e mentalità. Rimandare, di solito, non è d’aiuto. Non c’è motivo di aspettare.
Occorre fare appello all’autodisciplina e alla responsabilità morale.
Bisogna riconoscere l’importanza della vita degli animali, la gravità del loro sfruttamento e la propria responsabilità.
Dire le cose come stanno, senza annacquare la verità per paura di urtare gli animi ha tendenzialmente un effetto positivo sulle scelte degli altri perché li aiuta ad avere più autodisciplina. Una comunicazione più onesta e autentica è spesso più efficace nell'incoraggiare le persone ad assumersi le proprie responsabilità anche perché fa sentire riconosciuta e avvalorata la propria capacità di capire e acquisire consapevolezza.
Un’altra frase molto usata con gli stessi fini è “ognuno ha la sua opinione”.
Questa affermazione è in qualche modo persino peggiore della precedente perché se perlomeno con “ognuno ha il suo percorso” si sta implicitamente riconoscendo il veganismo come l'unica scelta giusta a cui mirare, con “ognuno ha la sua opinione” si sottintende che il veganismo non è l’unica scelta giusta ma solo una delle tante possibili scelte e posizioni sulla questione, tutte giudicabili allo stesso modo e ugualmente valide.
Entrambe queste affermazioni però rivelano la concezione degli animali come mezzi per i propri fini, e non come individui titolari di diritti morali.
Quasi sempre questa relatività morale e indulgenza verso chi sbaglia vengono tirate fuori solo quando si parla di veganismo, e non quando si parla di altri temi.
Coloro che affermano che il veganismo è solo un’opinione di solito non ritengono altrettanto un’opinione l’idea che sfruttare e uccidere esseri umani per profitto e per futili motivi sia eticamente sbagliato, e ancora meno la riterrebbero tale se le vittime fossero loro stessi.
La crudeltà verso gli animali è solo un’ingiustizia. Il veganismo non è un’interpretazione della realtà, è un dovere morale. Rientra nella decenza umana, non nelle opinioni.
Affermazioni del genere fanno trasparire egocentrismo e antropocentrismo. Allo stesso modo, anche l’affermazione: “il veganismo è una scelta personale” fa trasparire l’ignoranza verso le vittime dello sfruttamento e della crudeltà sugli animali. Non si tratta di una scelta personale quando con il nostro comportamento facciamo del male a qualcun altro.
Sulla stessa linea, la gente a volte arriva a dire frasi come: “io rispetto la tua scelta di essere vegan quindi tu devi rispettare la mia di non esserlo”, che equivale a dire: “io rispetto la tua scelta di non uccidere ma tu devi rispettare la mia di farlo”.
Un'altra affermazione simile è: “ognuno deve essere libero di mangiare ciò che vuole”, per reclamare il (falso) diritto di sfruttare e uccidere animali per puro piacere personale.
Ma gli animali non sono dei cibi. Non sono qualcosa, sono qualcuno.
Se al posto degli animali ci fossero esseri umani, queste persone non direbbero che ognuno deve essere libero di mangiare ciò che vuole!
Tutte queste affermazioni sono in realtà assurde e profondamente ingiuste.
Per mettere in prospettiva la questione è necessario capire che fare queste affermazioni è un po’ come dire, ad esempio, che nello smettere di stuprare ognuno ha il suo percorso, o che ognuno ha la sua opinione sull’eticità del bullismo, o che quella di non uccidere esseri umani per vendere i loro organi è una scelta personale.
Chi dice queste cose con sincerità lo fa perché non è realmente consapevole di quanto sia sbagliato il modo in cui vengono considerati e trattati gli animali, e se sostiene di essere vegan in realtà ha toccato troppo superficialmente il tema ed è ancora molto condizionato da una mentalità specista e antropocentrica.
Smettiamo di credere che esistiamo solo noi umani, e che gli altri animali non abbiano importanza. Gli animali non sono di nostra proprietà e non sono qui per noi.