Quasi tutti usiamo i social network e ci imbattiamo in articoli, video e altri contenuti pubblicati in rete.
Ma come reagire agli articoli di giornale che danno informazioni errate sul veganismo, alle provocazioni sui social, e agli annunci di attività che sfruttano gli animali?
La regola generale è quella di non cadere nel tranello.
Per quanto riguarda gli articoli di giornale ciò che non dobbiamo fare è cedere all’impulso di condividerli. Certi editori e certi inserzionisti puntano proprio sull’impatto emotivo del pezzo editoriale, a causa del quale le persone scandalizzate e indignate, ignare della trappola, lo condividono sui social o ai propri contatti, facendone aumentare in modo esponenziale i guadagni.
Sì, perché il profitto di questo tipo di attività si basa proprio sulle visualizzazioni: più utenti aprono il link per leggere il contenuto dell’articolo, più aumentano i guadagni da parte del giornale e dell’inserzionista, guadagni che provengono principalmente dalle pubblicità inserite nella pagina in base al numero di click.
Quindi non facciamo il loro gioco! Non condividiamo i link di questi articoli. Piuttosto diffondiamo quelli onesti a favore degli animali. Può essere utile anche contattare la redazione del giornale per complimentarci o per comunicare, con toni pacati e senza insulti, il nostro dissenso, ovviamente in base alla correttezza dell'articolo.
Per quanto riguarda le nostre ricerche, per curiosità o per informarci anche al fine di fare attivismo, rifiutiamo i cookie tutte le volte che è possibile. Inoltre un buon modo per limitare il supporto che diamo alle attività dannose per gli animali attraverso le nostre visualizzazioni, è quello di utilizzare un ad-blocker. Si tratta di un software in grado di bloccare quasi tutte le pubblicità durante la nostra navigazione, e che può essere disattivato e riattivato a piacimento. Basta cercarne uno online e scaricarlo come applicazione o come plug-in per il proprio browser, facendo attenzione a sceglierlo da fonti affidabili. In questo modo il danno causato dalle proprie visualizzazioni verrà ridotto di molto.
Nonostante l’installazione di un ad-blocker, però, può succedere che, mentre ad esempio utilizziamo un social network, appaiano delle pubblicità di prodotti e attività che sfruttano gli animali, come uno zoo o un ente che fa corsi di formazione per macellai. Spesso le piattaforme offrono agli utenti la possibilità di rimuovere l’annuncio e richiedere che quel tipo di pubblicità non appaia più durante la propria navigazione.
Questa è una cosa che è meglio non fare perché se visualizziamo annunci di attività crudeli verso gli animali significa che la pubblicità personalizzata non ha avuto successo. E’ un bene che certi annunci arrivino ai vegani perché ciò rende meno efficienti gli investimenti in pubblicità da parte degli sfruttatori di animali, sostanzialmente facendo loro sprecare soldi.
Perciò non rimuoviamole e non comunichiamo alle piattaforme la nostra contrarietà al contenuto di questi annunci.
Sui social è possibile imbattersi anche in provocatori. Questo, ovviamente, avviene quando si tratta di veganismo così come di qualsiasi altro argomento. Meglio non perdere tempo con loro. Banniamoli o, se il post o il commento è stato pubblicato su un gruppo vegan, segnaliamoli agli amministratori. Abbiamo tutto il diritto di non essere infastiditi dagli scocciatori e di mantenere funzionale una community creata per essere di supporto ai vegani e agli animali.
Ignoriamo anche i creatori di contenuti che fanno provocazioni in merito al veganismo.
Se si tratta di un personaggio pubblico in tv o con un seguito particolarmente grande sul web può essere utile pubblicare qualcosa sulle proprie pagine per contestarne il comportamento, ma anche in questo caso meglio non condividere i link delle loro performance: se hanno molto seguito non ce ne sarà bisogno perché le persone sapranno già di chi si sta parlando.
Altri tranelli in cui ci si può imbattere online sono le fake news di vario genere, ad esempio quelle che parlano di una violenza su animali che in realtà non esiste o, più spesso, informazioni errate sull’alimentazione vegan.
E’ bene quindi controllare le fonti e fare almeno un minimo di ricerca in privato sulla veridicità di un’annuncio o di una notizia prima di diffonderla. Altrimenti una volta scoperta la verità si rischia di perdere credibilità e fiducia da parte del pubblico, si creano falsi allarmi e si sottrae spazio e visibilità alle cose vere e urgenti. La diffusione di informazioni errate danneggia gli animali anche perché, ad esempio, possono far sembrare la scelta vegan molto più difficile di quanto non sia in realtà.
Non colpevolizziamoci se in passato siamo caduti in queste trappole, semplicemente correggiamo il nostro comportamento.
Diffondiamo le informazioni contenute in questo articolo e spieghiamole agli altri vegani.
Breve approfondimento sulle fake news:
https://www.agireora.org/vegan/business-fake-news-3088.html
Qualche consiglio a proposito di interazioni online sulla scelta vegan:
https://www.agireora.org/attivismo-animali/perle-ignoranza-social-network-3231.html