
Può sembrare banale ma è un tema su cui c’è bisogno di fare chiarezza. In più può essere un’occasione per cercare di chiarire alcune questioni sul modo in cui vengono percepiti i vegani.
C’è chi sostiene che ci sia tra noi, diffusa nella società, una vera e propria discriminazione nei confronti di vegani e vegetariani. La chiamano “vegafobia” o “vegefobia”.
Ma questa discriminazione non esiste e non è mai esistita sul piano socioculturale.
A vegani e vegetariani non sono attribuiti minor valore etico e diritti morali inferiori rispetto agli altri individui, e non ricevono arbitrariamente un trattamento peggiore.
Si tratta di un concetto che non ha aderenza alla realtà, senza contare che vegani e vegetariani sono due categorie non sempre assimilabili o collegate fra loro.
Né i vegani né i vegetariani hanno un problema di emancipazione, non ci sono ruoli a cui veniamo relegati, non ci vengono negati diritti civili o sociali, non veniamo allontanati dalla famiglia, non ci vengono negati riconoscimenti e opportunità, non siamo perseguitati e non rischiamo di perdere il lavoro né di subire aggressioni e violenze.
La filosofia vegan non è un tabù, così come non lo sono l’alimentazione vegetariana e quella vegana.
I vegani non sono vittime di oppressione. Gli animali lo sono!
Noi semplicemente ci schieriamo dalla loro parte, o perlomeno ci rifiutiamo di partecipare al loro sfruttamento.
Persino gli stereotipi che possono esserci su vegetariani e vegani sono variabili e poco diffusi. Oltretutto i pregiudizi esistenti non sono tanto rivolti alle persone quanto piuttosto all’alimentazione vegana. Comunque sia, non si tratta di una condizione discriminatoria o di stigma sociale, semmai è una condizione di conflitto di idee, o meglio di una minoranza che critica e contrasta un’ideologia dominante.
Ci sono vegani che dicono di essere oggetto di provocazioni, più che altro online.
Escludendo vittimismi ed esagerazioni, bisogna capire che di solito questi atteggiamenti sgradevoli vengono da persone che si comportano così a prescindere.
In certi casi, il fatto di essere vegetariani o vegan è solo un pretesto. Questa è una dinamica tipica del mobbing e del bullismo, ma non solo. Ci sono persone che sfogano le loro frustrazioni (soprattutto su internet attraverso provocazioni, offese o commenti piccati) a prescindere dall’argomento e dal soggetto a cui si rivolgono. Essere vegetariani o vegan non aumenta le possibilità di imbattersi in questi atteggiamenti.
Ciò che ci infastidisce, e che poi è il vero problema presente nella società, è l’insensibilità e l’ignoranza verso lo sfruttamento degli animali. Ma è raro che i comportamenti che mostrano questi aspetti della mentalità delle persone vengano messi in atto per provocare. Molte volte i non vegani ripetono solo quello che hanno sentito dire da altre persone o fanno deduzioni in base ai loro modelli di realtà sbagliati, adottati e mantenuti per superficialità e per negazione. Sono appunto condizionati da una mentalità specista e antropocentrica. Non si rendono pienamente conto di questa realtà e preferiscono rimanere nella loro inconsapevolezza.
Quando si parla di veganismo, frasi come: “ognuno ha la sua opinione”, oppure “ognuno mangia ciò che vuole” sono affermazioni che infastidiscono i vegani perché sono ingiuste verso gli animali, non verso di noi.
Dire che i vegani sono discriminati dai non vegani è come dire che chi è contro la violenza sui bambini viene discriminato da chi la tollera o ne è a favore.
Certo, i vegani sono ancora una minoranza, ma la dinamica è la stessa.
Escludendo coloro che provocano a prescindere, l’avversione dei non vegani nei confronti dei vegani è quasi sempre la manifestazione del loro sentirsi giudicati, della loro paura di essere in errore, o persino del loro senso di colpa.
Probabilmente, in certi casi si tratta proprio di avere la coda di paglia, cioè di temere ogni tipo di critica per il fatto di mangiare carne e altri prodotti animali, ovvero per la paura che qualcuno possa giudicarli e dimostrare che hanno torto.
Questo atteggiamento è emblematico dell’ignoranza che caratterizza la mentalità che vede gli animali come cose. Chi non è vegan vive una contraddizione morale quando non un vero e proprio conflitto interiore. La maggior parte delle persone cercano giustificazioni con se stesse perché altrimenti dovrebbero mettere molto in discussione, cosa che comporta delle scelte che sembrano faticose o problematiche. Preferiscono quindi voltarsi dall'altra parte e talvolta persino adottare un atteggiamento scontroso. Si tratta comunque di una piccola minoranza di casi.
Va detto tuttavia che a volte i vegani vengono colpevolizzati dai non vegani (nonché da altri vegani) per il solo fatto di dire chiaramente la verità, o per delle reazioni comprensibili alle provocazioni, come risposte a tono, risposte sarcastiche o in generale per il semplice fatto di non farsi mettere i piedi in testa.
Alcuni sostengono che è colpa degli stessi vegani se esistono persone che ci criticano.
Beh, questo è vero solo in parte: l’avversione che ci può essere verso di noi è causata principalmente da certi non vegani; nella maggior parte dei casi ci sarebbe comunque anche senza il contributo di questi vegani.
A volte è vero che sono i vegani stessi a favorire una cattiva reputazione e a prestare il fianco ad affermazioni denigratorie da parte dei provocatori.
Questo avviene ad esempio quando i vegani danno messaggi fuorvianti, magari descrivendo il veganismo in modo sbagliato, oppure quando adottano atteggiamenti da persone snob.
Non è nemmeno giusto però attribuire tutta la colpa a questi vegani dato che andrebbero riconosciute le vere responsabilità. I messaggi sbagliati andrebbero filtrati e distinti da quelli giusti, e non usati come pretesto per denigrare una filosofia e un’intera categoria.
In ogni caso i non vegani, anche quando hanno queste reazioni, non stanno discriminando i vegani, stanno semplicemente reagendo ai nostri giudizi morali sul loro comportamento.
Infine è importante considerare anche il fatto che se ci mettiamo a dire che i vegani sono discriminati, oltre a dire una cosa non vera, finiamo per fornire alle persone un nuovo e significativo elemento di dissuasione dal prendere in considerazione l’idea di diventare vegan.