
Dati l'antropocentrismo e lo specismo ampiamente diffusi nella società, è plausibile che l’intelligenza degli esseri umani venga spesso sopravvalutata, e che quella degli altri animali venga spesso sottovalutata.
Non facciamo però l’errore di sopravvalutare le capacità intellettive di tipo logico-razionale degli animali non-umani, altrimenti rischiamo di dire cose che non sono vere, perdendo credibilità, o peggio di fare valutazioni sbagliate e scelte che danneggiano direttamente gli animali.
Affermare che i bambini molto piccoli hanno inferiori capacità logico-razionali rispetto a chi ha un’età maggiore non significa discriminare i bambini, e affermare che chi ha una disabilità cognitiva ha inferiori capacità di questo tipo non significa discriminare i disabili.
Allo stesso modo, affermare che gli umani sono più intelligenti degli altri animali, per quanto riguarda le capacità intellettive di tipo logico-razionale, non significa discriminare gli animali.
E’ pur vero che queste affermazioni, benché corrette, sono vaghe e se fraintese potrebbero alimentare dei pregiudizi.
Infatti l’intelligenza non si limita alle sole capacità intellettive di tipo logico-razionale. Oltretutto, questo tipo di intelligenza è già di per sé estremamente complessa e difficile da comprendere.
Queste capacità coinvolgono diversi livelli di elaborazione cognitiva, sia consci che inconsci, e vengono influenzate sia dai fattori genetici che dall'ambiente. Non hanno un’unica forma o applicazione possibile. Infatti si può essere molto più intelligenti in un'area o in una disciplina rispetto alle altre.
Questo tipo di intelligenza è legata anche alle responsabilità morali, sia per quanto riguarda i concetti di ‘innocenza’ e ‘colpevolezza’, sia per il concetto di ‘dovere morale’.
Un grado sufficiente di abilità logico-razionali crea il dovere di compiere scelte moralmente giuste (ed eventualmente la colpa per quelle moralmente sbagliate).
Ad un individuo che non abbia un grado sufficientemente elevato di questo tipo di intelligenza non si possono attribuire responsabilità morali perché non è in grado di capire il senso di certi giudizi e ragionamenti: non ha la capacità di capire perché certe scelte sono giuste mentre altre sono sbagliate, e non ha la capacità di acquisire consapevolezza sulla gravità di certe azioni.
Per quanto ne sappiamo, tutti gli animali non umani, così come i bambini molto piccoli, o persone con una certa disabilità cognitiva, rientrano in questa categoria.
Perciò, benché si tratti di una generalizzazione su cui non possiamo avere certezze assolute, possiamo considerare questi individui sempre privi di doveri morali e innocenti, anche quando assumono comportamenti altrimenti ingiusti.
Il grado delle abilità logico-razionali degli animali è anche la
caratteristica fondamentale, benché non l’unica, che non permette loro di organizzarsi per ottenere la propria liberazione
(contrariamente a ciò che sostengono alcuni vegani secondo i quali gli
animali vittime dell’oppressione umana starebbero attuando una
resistenza).
Non di rado chi cerca di giustificare lo sfruttamento e la crudeltà sugli animali lo fa sostenendo che gli umani sono più intelligenti degli altri animali, e che per questo gli animali non abbiano diritti e la loro vita abbia meno valore.
In realtà un'intelligenza logico-razionale superiore non dà maggiore diritto di sfruttare e di fare del male, e un'intelligenza inferiore non toglie diritti fondamentali.
Le maggiori capacità logico-razionali di noi umani non ci danno il diritto di usare e danneggiare gli altri animali. In un certo senso è l’esatto contrario: la nostra intelligenza logico-razionale ci dà il dovere di non sfruttarli e di non fare loro del male.
Esistono determinate forme di imposizione verso gli animali che sono invece necessarie per la loro salvaguardia. Alcuni esempi sono: il guinzaglio ai cani, i recinti, le cure veterinarie e la sterilizzazione.
Su certe cose non c’è spazio per troppi dubbi. Anzi, pratiche come la sterilizzazione sono doverose e vanno promosse e incoraggiate (ad esclusione di quei rari casi in cui va evitata per motivi di salute dell’animale).
Tuttavia è sempre bene non cadere nell’errore di farsi prendere la mano con le imposizioni e con un approccio di tipo autoritario. E’ eticamente necessario proteggere gli animali di cui ci prendiamo cura garantendo il loro benessere e la loro sicurezza, ma allo stesso tempo lasciando loro più libertà possibile.
E’ importante porsi nell’ottica che le costrizioni non sono intrinsecamente un bene bensì un male. A volte sono necessarie, ma sono pur sempre un male, quindi vanno minimizzate e usate solo nell’interesse degli animali stessi (ed eventualmente in quello di altri individui che possono essere gravemente danneggiati dagli animali di cui ci prendiamo cura per qualcosa di non necessario, come ad esempio gli animali selvatici predati dai cani e dai gatti che vivono con noi).
Quindi non crediamo a chi dipinge certe cose come un paternalismo ingiustificato verso gli animali, e facciamo attenzione a non sostenere diritti di autodeterminazione esagerati e fantomatici doveri morali degli animali.