
Il veganismo viene spesso malinterpretato sia dai non vegani che dagli stessi vegani.
I fraintendimenti più comuni da parte dei non vegani riguardano l’idea della scelta vegan come uno stile alimentare legato alla tutela dell’ambiente o della salute, o che comunque può prescindere dagli animali.
A volte viene percepito come una specie di dogma religioso simile al concetto di “halal” della religione islamica e a quello di “kosher” della religione ebraica.
Ma i fraintendimenti più dannosi vengono da dentro il movimento stesso: il veganismo viene descritto in modo del tutto sbagliato, oppure alla sua descrizione vengono aggiunte parti che in realtà non c’entrano nulla con il suo significato; inoltre viene associato ad altre idee e movimenti da parte degli stessi vegani che sembrano non rendersi conto del danno agli animali che questo provoca.
Plausibilmente, di solito, non viene fatto in modo consapevole. Semplicemente non si conosce a fondo il veganismo. Magari si hanno ricevuto informazioni sbagliate e non si ha riflettuto abbastanza sul suo significato, sul perché sia tale e perché non debba cambiare.
Tuttavia sempre più vegani e attivisti per i diritti animali, più o meno consapevolmente, portano avanti una strumentalizzazione del movimento e influenzano le persone affinché si convincano di un’interpretazione sbagliata del veganismo.
A volte si tratta di vere e proprie ideologie parassite, cioè idee e movimenti che cercano di sfruttarne altri per alimentarsi, danneggiandoli.
Esistono diverse ideologie che tentano di distorcere il significato del veganismo e che attuano una manipolazione dei suoi membri per farli aderire ai loro scopi, tentando di strumentalizzare questo movimento a proprio vantaggio.
Una conseguenza è, tra le altre, quella di avvicinare persone che non danno veramente importanza al rispetto degli animali ma che sono interessate ad altro ed equivocano il significato sia teorico che pratico della scelta vegan, diffondendo a propria volta certi fraintendimenti.
Non di rado queste persone sono le stesse che sostengono di essere diventate vegane in modo condizionale, o con eccezioni, e che dopo un po’ si stancano e affermano di aver cambiato idea sostenendo che il veganismo non era sostenibile per loro.
Inoltre le ideologie parassite creano schieramenti, alimentando divisioni e fratture interne al movimento, e sottraggono risorse per scopi diversi da quello di salvare animali.
Le persone respinte da un simile approccio sono di più di quelle che vengono avvicinate.
I danni agli animali si manifestano sia sul breve che sul lungo periodo causando una diminuzione degli individui salvati e risparmiati e quindi un aumento di quelli sfruttati e uccisi.
Per questo è importante contrastare i fraintendimenti e il parassitismo ideologico del movimento per i diritti animali.
Innanzitutto va chiarito che il veganismo non è una dieta e non è uno stile di vita che punta alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente o della salute, e che i prodotti non devono necessariamente essere biologici o provenire da specifici metodi di coltivazione per essere vegan.
E’ vero che la scelta vegan offre vantaggi per la salute e per l’ambiente, e ovviamente vengono coinvolte l’alimentazione umana e l’agricoltura, ma è importante non fare confusione e ricordare sempre che l’unico motivo per cui si diventa vegan è il rispetto degli animali. Tutto il resto sono solo conseguenze nonché eventuali benefici per gli esseri umani, ma non possono essere il motivo di questa scelta.
Il veganismo non è uno strumento di decrescita in un percorso di distacco dal mondo moderno o dalla società, né un gradino su una scala di regimi alimentari via via sempre più restrittivi.
La scelta vegan non c’entra nulla con teorie pseudoscientifiche (come l’igienismo, la macrobiotica e il fruttarismo) o con teorie della cospirazione (come quelle sui vaccini e sul 5G) né con posizioni metafisiche, dottrine spirituali o religioni.
E' importante soprattutto chiarire che non si tratta di una posizione politica. La politica non c’entra niente con la scelta vegan, la quale non va confusa nemmeno con altre posizioni etiche (come l’antinatalismo, il pacifismo o la lotta a forme di discriminazione, sfruttamento e oppressione verso individui umani).
Come sappiamo l’ideologia che ha preso maggiormente piede nel movimento per i diritti animali e che attualmente sta facendo più danni è l’intersezionalismo: una vera e propria ideologia parassita che collega arbitrariamente fra loro posizioni etiche e posizioni politiche, e che strumentalizza movimenti come quello per i diritti animali a fini politici.
Il veganismo non c’entra nulla con tutto ciò. Una persona vegana, proprio come una non vegana, può credere o meno a teorie di ogni tipo, e può avere opinioni, posizioni e interpretazioni di ogni sorta su qualsiasi cosa.
L’unica cosa che rende vegani è non considerare e non trattare gli animali come delle risorse per gli esseri umani.
L’unica cosa che rende antispecisti è essere contrari alla discriminazione degli individui in base alla loro specie.
E’ importante anche chiarire che il veganismo non ha una singola declinazione etica ma è compatibile con qualsiasi teoria e sistema etico (consequenzialismo, deontologia, etica della virtù).
L’antispecismo e altre posizioni etiche che riguardano gli animali, come quelle che si focalizzano sugli interessi degli animali selvatici (ad esempio il WAS - Wild Animal Suffering) sono in qualche modo collegate al veganismo. Tuttavia anche in questo caso non bisogna fare confusione sul suo significato, e occorre ricordare che per essere vegan non è necessario nemmeno essere antispecisti o condividere posizioni che riguardano i problemi (di natura non antropica) degli animali selvatici.
Sempre più spesso vengono fatte affermazioni del tipo: “non puoi essere vegan senza essere anche questo o quest’altro”. Al veganismo vengono associate le idee più disparate in modo illogico e arbitrario, spesso con un preteso legame logico che in realtà non esiste.
Come chiunque altro, un vegano e un antispecista possono condividere altre idee e posizioni, e possono dedicarsi a qualsiasi iniziativa e movimento (purché ovviamente non siano incompatibili col veganismo o con l'antispecismo). Non è vero però che debbano farlo per forza in quanto vegani o antispecisti.
Il veganismo deve rimanere una posizione ed un movimento dedicato esclusivamente alla lotta contro lo sfruttamento e la crudeltà verso gli animali perché altrimenti si farebbe loro un grosso danno.
La distorsione del significato del veganismo e dell’antispecismo, assieme alla manipolazione e allo spostamento del focus del movimento per i diritti animali che provocano, sono comportamenti che non hanno giustificazione.
Approfondimento: https://agirebene.blogspot.com/2025/03/idee-e-movimenti-erroneamente-associati.html