E’ possibile nutrire il cane in modo vegano? E il gatto?
In generale la risposta per entrambi i casi è sì.
Prima di tutto occorre considerare che il fabbisogno nutrizionale di qualsiasi animale non riguarda determinati prodotti ma determinate sostanze. In altre parole non importa da quale fonte si acquisiscano i nutrienti purché siano quelli giusti e nelle giuste quantità, e purché possano essere assimilati correttamente.
Per quanto riguarda cani e gatti ci sono abbastanza informazioni per poter formulare un’alimentazione 100% vegetale bilanciata (senza contare che la maggior parte del pet food è già composto per circa il 50% di ingredienti di origine vegetale, ma di scarsa qualità).
Per i cani è molto più semplice seguire una dieta vegana rispetto ai gatti nei quali si riscontrano spesso problemi di appetibilità e digeribilità dei prodotti. Sono essenzialmente questi i motivi per cui non tutti i gatti riescono a seguire un’alimentazione vegana.
Perché nutrire in modo vegano gli animali di cui ci prendiamo cura?
Una motivazione può essere la maggiore salubrità di un’alimentazione di questo tipo rispetto al comune pet food.
Ovviamente non è che la vita di una mucca o di un pollo valgano meno di quella di un cane o di un gatto. Perciò la ragione principale per preferire un’alimentazione vegana è quella di non contribuire allo sfruttamento e all’uccisione degli altri animali.
Va comunque considerato che per il comune pet food, il danno agli animali allevati è certamente inferiore rispetto a quello dei prodotti animali destinati al consumo umano.
Questo perché per produrlo vengono usati gli scarti o le rimanenze della carne destinata al consumo umano, inoltre perché si tratta quasi sempre di prodotti già composti in buona parte da ingredienti di origine vegetale.
I vantaggi che l’industria zootecnica ottiene grazie a quella del pet food sono la riduzione delle spese di smaltimento delle carcasse e degli scarti della macellazione classificati come non adatti al consumo umano, e l’esistenza di un mercato, sebbene di entità relativamente piccola, per gli avanzi e i sottoprodotti della macellazione.
Un’altro aspetto etico legato all’industria del pet food è quello della sperimentazione animale. Quando non è possibile evitare di dare prodotti di origine animale è bene evitare almeno le marche che fanno vivisezione.
C’è chi sostiene che alimentare cani e gatti in modo vegano sia sbagliato in quanto ‘è un’imposizione’. Dal momento che ci prendiamo cura di loro, per forza di cose siamo noi a decidere come alimentarli. Ciò che possiamo fare è, al massimo, offrire opzioni diverse e scegliere in base alle loro preferenze.
Se alimentare in modo vegano cani e gatti è un’imposizione allora lo è anche impedire loro di mangiare cose pericolose per la salute.
Perché evitare di contribuire allo sfruttamento e all’uccisione di altri animali dovrebbe essere un criterio di scelta meno importante?
Se si sceglie di dare carne quando è possibile evitarlo, allora l’imposizione di cui ci si dovrebbe preoccupare, ben più grave, è quella sugli individui sfruttati e uccisi.
Secondo un’altra critica molto frequente, dare cibo vegan ai cani e ai gatti sarebbe sbagliato in quanto ‘innaturale’. Qualunque sia il nostro modo di intendere questo concetto, in realtà c’è ben poco di naturale nelle nostre vite come in quelle degli animali che vivono nelle nostre case.
Il cibo per animali non fa certo eccezione!
La cosa importante, comunque, non è che il cibo si possa considerare ‘naturale’ ma che non sia nocivo e che sia adatto alle esigenze degli animali, permettendo loro di essere in salute. Ma è importante anche non contribuire alla crudeltà su altri animali quando è possibile evitarlo.
Esistono pregiudizi molto diffusi e radicati sull’alimentazione vegana per cani e gatti, e purtroppo i medici-veterinari non ne sono immuni.
Tuttavia, sia per i cani che per i gatti è importante farsi seguire da veterinari nutrizionisti che aiutino a stabilire un piano di transizione graduale per venire incontro alle esigenze e alle abitudini dell’animale in termini di gusto e di capacità digestive, e che controllino aspetti dell’alimentazione come: i nutrienti e la loro biodisponibilità, l’eventuale eccesso di sostanze antinutrienti e la capacità di assimilazione del cane o del gatto.
L’alimentazione va sempre adattata anche ad altre caratteristiche individuali come l’età, l’attività fisica, lo stato di salute ed eventuali intolleranze e allergie. Inoltre è importante fare attenzione ai cibi da evitare.
Come i cani e i gatti alimentati con prodotti a base di carne, anche quelli alimentati in modo vegano dovranno seguire un’alimentazione completa sotto l’aspetto nutrizionale. Anche in questo caso quindi, se si utilizzano prodotti vegani confezionati, si dovrà dare la priorità a quelli che riportano in etichetta la dicitura 'alimento completo' (a discapito di quelli 'complementari').
In caso contrario sarà necessario somministrare i giusti integratori per assicurare la presenza dei nutrienti essenziali che il loro organismo non è in grado di sintetizzare, senza i quali gli animali possono andare incontro a problemi di salute anche gravi e irreversibili.
La necessità di integratori non dovrebbe stupire, e soprattutto non ha senso denigrare per questo l’alimentazione vegana destinata agli animali domestici. Del resto praticamente tutto il pet food è addizionato con integratori, per non parlare di quelli somministrati agli animali allevati dall’industria zootecnica.
Va poi considerato che per i gatti che seguono una dieta 100% vegetale c’è il problema dell’alcalinità delle urine con il conseguente aumento del rischio FLUTD, la sindrome delle basse vie urinarie, con la formazione di cristalli o calcoli nell’apparato urinario. Di norma, se trattata in tempo il gatto guarisce senza problemi, ma se trascurata può essere mortale. Il veterinario nutrizionista potrà consigliare i giusti accorgimenti per prevenire un'eccessiva alcalinizzazione delle urine. E' comunque importante fare particolare attenzione all’eventuale insorgenza dei sintomi di questa patologia, e sono consigliabili maggiori controlli specifici dal veterinario nei primi tempi in seguito alla transizione alimentare.
Bisogna comunque fare i conti con la realtà e rassegnarsi al fatto che esistono circostanze in cui non è possibile nutrire in modo vegan gli animali.
Ciò che è giusto fare è evitare i danni peggiori e cercare sempre il male minore, senza fustigarsi o demoralizzarsi, sapendo che il contributo del pet food agli allevamenti non è equiparabile a quello dei prodotti animali destinati agli esseri umani.
In futuro probabilmente la carne coltivata rappresenterà una valida risorsa in più per far fronte a questo problema e contribuire a risolverlo.
Riconoscere le marche di cibo per animali senza crudeltà:
http://www.consumoconsapevole.org/pet_food_e_vivisezione.html
Approfondimenti vari:
https://www.veganhome.it/articoli/cani-gatti-vegan/
"Cani Vegani” libro scaricabile gratuitamente da AgireOra Edizioni:
https://www.agireoraedizioni.org/libri/vegan/cani-vegani/
Alcuni approfondimenti sull’alimentazione 100% vegetale nei gatti (in lingua inglese):
https://veganoutreach.org/vegan-diets-cats/